mercoledì, giugno 30, 2010

Matt Piucci su Retrophobic!

"Una cellula impazzita nel bel mezzo degli anni 80: questo fu il cosiddetto Paisley Underground, fenomeno che prese piede attorno alla metà dl decennio negli Stati Uniti. Dopo la sbronza mai smaltita del punk, e in mezzo ad una produzione musicale mainstream sempre più algida e lontana dal loro sentire, un gruppo di "padri pellegrini" delle sonorità "autentiche", salparono dale coste della California per portare il loro sfaccettato suono in giro per il mondo. Il Paisley Underground fu un movimento veramente "indie", molto difficile da classificare (le band coinvolte nella "scena" hanno tra loro suoni diversissimi, e non sono assimilabili l'una all'altra), temerario e con una "crosta" Punk che l'ha reso speciale. I musicisti Paisley guardavano al passato, agli anni 60, alle sperimentazioni soniche dei Velvet Undeground, al garage del Northwest, alle ruvidezze degli Stooges e alla profumata psichedelia dei Byrds..."
Da Retrophobic.com

Una bella intervista a Matt Piucci, chitarra e voce dei Rain Parade, che parla del paisley underground, dei Rain Parade, dei suoi progetti con Neil Young...
Leggete qui l'intervista.
Retrophobic sempre più imprescindibile.

martedì, giugno 29, 2010

80's colours !!


E' il titolo del nuovo libro di Roberto Calabrò, che mi propongo di reperire al più presto perchè a detta di tutti è già un fondamentale.
Oggi è su repubblica.it, con una galleria fotografica di presentazione nella quale ci sono 2 bellissime foto di Tony con i Not Moving e Ursus con i No Strange!

Da vedere assolutamente!

sabato, giugno 26, 2010

Tristi, solitari y giustiziati.


"Gli italiani perdono
le partite di calcio come se fossero guerre e perdono le guerre come se fossero partite di calcio." - Winston Churchill



Che botta la nostra piccola e infame Nazionale degli ex campioni del mondo! Ma la cosa sorprendente è la reazione popolare: nulla. Ad aspettare i giocatori c'erano 7 persone in tutto, probabilmente in aeroporto sulla strada per le vacanze. Il che vuol dire una cosa sola, che nel nostro paese regna la rassegnazione. La sensazione di incubo che Montolivo ha desritto ai cronisti. Quella che ogni tanto si fa sentire per le strade, in Italia. Quel "ma dove cazzo stiamo andando a finire?" che sono sicuro che anche voi di tanto in tanto provate. La fastidiosa sensazione di essere in un sogno assurdo da maldigestione. Si cambia modulo in campo 3 volte in una partita, si cambia la legge elettorale prima di una elezione. Una serie di senatori azzuri regna sovrana nello spogliatoio senza tollerare intromissioni, una serie di figuri grigi ha occupato le aule parlamentari (intendo l'emiciclo completo) per i loro porci comodi. Due Dominus supremi, infastiditi ed arroganti, prendono a martellate qualsiasi cosa non sia di loro gradimento o dalla quale non percepiscono possibilità di sfruttamento immediato. Giovani scienziati che lasciano il paese e dall'estero ridono amaro, giovani calciatori matti e belli come cavalli selvaggi lasciati nel paese a ridere amaro. Il tollerare l'intollerabile quatidianamente mentre ti dicono di non farla lunga, che è giusto così. L'arrivare vicino a crederci, e subito dopo il meritato frontale con la realtà. Non c'è spazio più spazio per le strette di mano del dopo-parita e neanche per il "pursuit of happiness", che poi è l'oppio dei popoli anche quello, ma almeno ce la vediamo. Qui siamo tutti nichilisti, edonisti anedonici, non abbiamo tempo per sorridere. Qui siamo in Italia e stiamo combattendo duro contro la realtà, stiamo quadrando il cerchio, non abbiamo tempo per i convenevoli, che non servono a niente e tanto poi te la metto nel culo, mica meglio se la facciamo breve?
Churchill aveva ragione.

venerdì, giugno 25, 2010

Ciao Pete.

Suonava con Dave Davies, e dopo l'arrivo di Ray e Mick Avory, appena silurato da un provino con gli Stones, si trovò ad essere il bassista della più potente e meravigliosa band d'Inghilterra dei 60's, i Kinks.
Dal '64 al '69, con una interruzione nel '66 quando un brutto incidente d'auto lo mise KO per un po', fu il motore del gruppo che sfornava singoli e album eccelsi a raffica.
Nel 1996 ad un altro Pete a 4 corde (il Who Entwistle) venne chiesto quale fosse il suo bassista preferito, ed egli disse Quaife.
Rottosi le palle del fatto che Ray Davies non voleva fare concerti (ed alcuni dicono anche rottosi le palle di guidare i Kinks da solo - Ray Davies, Dave Davies e Mick Avory si prendevano frequentemente e fraternamente a cazzoti tra loro) nel 1969 se ne andò dalla band e si stabilì in Canada.
Se n'è andato ieri sera, stroncato dall'insufficienza renale che combatteva da 12 anni.
Ciao Pete, noi non ti dimenticheremo mai.

giovedì, giugno 17, 2010

F**k you everyone - live in Liverpool. (2010)

Di tutto il nostro primo disco, per me questa è la canzone centrale. Per tanti perchè, dall' incedere honky tonk assolutamente fuori moda, fino ad arrivare al titolo. Nel post precedente avevo detto che quest'anno a Liverpool ne avevamo fatto una bella versione: eccola qui!

domenica, giugno 13, 2010

Temponauts @ I.P.O. Liverpool 2010 - La Fotocronaca!





rockit.it/news/i-temponauts-tornano-a-liverpool

2008, 2009 e 2010. Ormai la tappa primaverile a Liverpool è diventata una bella consuetudine per la banda Temponauts. Per la 3° spedizione sul Mersey ci schieriamo con la line-up d'esordio, dell'ormai lontano 2005. Per intenderci quella del nostro primo 4 canzoni, "the Temponauts"
Eccoci all'aeroporto, mentre procediamo in ordine sparso verso il decollo, in una foto che vai a capire come, sembra di epoca 1983-1984. Troppo paisley underground.

E' venerdì 28 maggio, l'indomani avremo subito 2 concerti, il primo dei quali al Cavern pub a mezzogiorno. Una briefing per fare luce sugli ultimi dubbi residui.

E dopo un volo e una notte tranquilli, la bella Liverpool ci accoglie il sabato mattina con la maglia ufficiale: vento tipo Bora e pioggia, temperatura 8° C.
Ma noi Temponauts, che siamo per definizione inarrestabili, irrevocabili e insonnoliti, alle 11.30 am siamo già al n° 12 di Mathew Street, dove una ripida scala ci porta nel Cavern Pub. E' questo un bel pub, piccolo e molto accogliente, con la statua di John Lennon a fare la guardia in cima alla scala, in strada.


Appesi al muro ci sono foto di Ringo Starr & Paul McCartney, c'è un basso Hofner violin e una Rickenbacker 325 (indovinate un po' a chi appartenevano!) e altra memorabilia. Avendo già suonato al Beaconsfield, al Lennon's Bar, sui due palchi del Cavern Club, questo è il quinto palco differente sul quale saliamo a Liverpool, per un totale (a fine della spedizione 2010) di 7 concerti. Il che non è male per una banda della Valtidone. Ci accoglie il fonico, con su una T-shirt dei Butthole Surfers e l'inglese di Liverpool tra i denti. Solo per capire che mi stava chiedendo quale doveva essere il microfono della voce solista ci ho messo 5 minuti buoni. Probabilmente Gluck dello Squadrone Avvoltoi era di Liverpool, o al massimo del Wirral.
E poi cominciamo, e tanto per andare sul sicuro iniziamo con una canzone inedita assoluta.

I need Understanding! Partiamo bene, con la canzone che aprirà il disco al quale stiamo attualmente lavorando. Il suono è potente, chitarre e voci ok. Ma. Il fonico ci chiede di abbassare le chitarre e il basso (sbagliando di brutto, e le registrazioni video mi daranno conforto) e da lì in avanti sarà il classico, divertente, disperato rincorrersi con i volumi fino all'ultima canzone.


Intanto è mezzogiorno, la gente al bar beve tranquillamente dei bei birroni corposi e apprezza la band. Perchè a Liverpool c'è gente ad ascoltarti a mezzogiorno, a mezzanotte, alle 9 di sera e alle 3 di pomeriggio. Nel frattempo arrivano i Waistcoast, che suoneranno dopo di noi, e i June, ormai nostri storici compari di avventure UK. Verso la 3° canzone ormai sono quasi sveglio anch'io.


E si arriva così alla fine del set, con "That's how strong my love is"!



E conclusa la matinèe si va a pranzo. E poi in giro per Liverpool, che è sempre un gran bel posto, c'è anche il mare (e il fiume, e l'oceano). E c'è sempre anche l'isola di Man, a un niente dalla città. E il Tourist Trophy è in pieno svolgimento...ma il mare è agitato, è uscito un po' di sole e c'è vento forte. Vabè, non ci vado.



Qui sotto io sembro Rocky III quando prese botte da Dio da Mr.T


L'ora del prossimo concerto piano piano si avvicina. E dopo aver visto concerti/fumato 1 milione di sigarette/"qualche" (attenzione: eufemismo!) birra, viene sera e ci ridirigiamo al Cavern Quarter dove i June stanno per suonare. Invece quando arriviamo troviamo sul palco una banda di spagnoli che non riescono a far funzionare una tastiera. Sala piena, siamo nel palco "moderno", sugli shermi agli angoli della sala scorrono filmati in bianco e nero dei Beatles, dei Kinks, degli Animals e degli Stones impeganti a suonare nel locale. Bè!
Intanto gli spagnoli hanno scoperto il problema: avevano il volume generale della tastiera spento...si è accumulato un po' di ritardo sulla tabella di marcia. Poi suonano un concerto di merda davvero, il primo concerto di merda che ho visto a queste latitudini in 3 anni. Ma meno male che arrivano i June. Ormai funzionano come orologi, Chris e White hanno i cori più belli sulla piazza del giorno d'oggi, le canzoni sono a volte scoppiettanti, a volte travolgenti, mentre le nuove, quelle per il loro imminente nuovo disco, hanno un incedere ipnotico e inquietante. Mi hanno messo a posto, i June.
Mentre i famigerati Mellowmen (vedi report dell'anno scorso...) salgono sul palco, noi ci dirigiamo nel camerino, nel backstage, dove veniamo raggiunti da Jeremy Morris, che ci carica per bene, ci dà il suo nuovo cd (splendido! IL jangle pop americano, punto) e ci parla degli Stone Roses, degli USA e di Cristo. Il tempo di legare alla chitarra il foulard dell'Inter (perchè siamo Campioni d'Europa) e via, fuori sul palco. Presentazione di David Bash e siamo già in azione. Come sempre su quel palco il suono è ottimo, capirai. Una attimo prima di entrare in camerino guardavo il video del ritorno al Cavern di McCartney, (non ho capito se del '99 o del 2002) con alla chitarra un certo Gilmour. Erano proprio lì su quel palco. Dunque.


Il suono bello, tanta gente, tanti flash. E un caldo feroce, siamo 7/8 metri sotto terra, e un'umidità da muri bagnati. Chissà che füméra qui dentro, quando non era ancora scattato il No Smoke! Ma ecco subito il video di "I need understanding", la canzone inedita che vi dicevo prima, che rende bene l'idea.




A questo punto ci saranno stati 45 gradi, sul palco! Ecco i protagonoisti faccia per faccia (notare Pablo versione mani-nei-capelli







E il microclima torrido ha infuocato le canzoni! Ecco una "Not in the Morning" perfettamente...a fuoco. Altro che garage glam coi lustrini, tracolle leopardate e tutte le stronzate tipo il Festival Beat. Questo è New York punk, quadrato, infame e stupido come un sasso. Al Cavern Club, di Liverpool. Ah, che meraviglia.



E dopo aver picchiato come fabbri siamo rientrati nel reame del paisley, con una bella "Fuck you everyone", che avrebbe davvero meritato di essere messa qui. Ma ho appena sputtanato il mio editor video, sembra una cosa piuttosto irreparabile, per cui niente.
Improvvisa e raggelante ci giunge la notizia che (grazie ai poseur spagnoli e alla loro tastiera) i concerti durano 5 minuti in meno. C'è da fare un taglio, la mannaia è inesorabile. Già che ci siamo prediligiamo la roba forte e in un attimo siamo ai saluti. E, devo dire la verità, ho percezione di aver tirato una bella botta! Appena giù dal palco ci strizziamo i vestiti e arriva in camerino uno spagnolo sbronzissimo che vuole il nostro basso "per fare delle foto sul palco storico". Pablo va in avanscoperta, lui è madrelingua spagnolo, ma in seguito si scopre che quello che dovrebbe suonare il basso 1- non si regge in piedi; 2- è mancino. Quindi vaffanculo. Nel frattempo arrivano in camerino i Len Price 3, che di lì a 5 minuti tireranno giù tutto con un concerto strepitoso.
Riemergo su Mathew Street dove la polizia sta ammanettando una tizia sbronza tipo Bukowski (sarà liberata pochi minuti dopo, chissà cosa aveva combinato). E dopo un po' di su e giù per le scale del Cavern verso le 3, dirò le 3 perchè non mi ricordo più l'ora precisa, si rientra in albergo.


Ma!
Ho scambiato il palazzo del Comune di Liverpool per l'Adelphi hotel. Mica male per essere il terzo anno che vado avanti indietro chitarra alla mano per queste strade. Deviazione e via a letto? Neanche per idea! Tappa al Chicken Bazooka per un bel paninone benzodiazepinico. E più o meno alle 5 (forse) si chiude la giornata iniziata al Cavern Pub con un concerto di mezzogiorno. Ecco una spaventosa testimonianza dal pianerottolo del quarto piano del Britannia Adelphi, domenica alle prime luci dell'alba.


Domenica è nuvoloso, ma non piove e non c'è vento. Con queste condizioni di tempo i temibili f.d.p. volanti tornano ad essere i padroni della città, puntando i poveretti che si avventurano per le strade per riversagli addosso il loro pericoloso contenuto intestinale.

Questo qui ha quasi centrato me e Simone con una raffica di tre cacche di 20 cm di diametro al suolo ciascuna. E quando ha visto che lo fotografavo si è girato e mi ha guardato incazzato di brutto, al che io sono scappato via.

E dopo aver girato tutto il giorno (io sempre con un occhio al cielo), è già ora di andarsene all'aeroporto, che invece di un nome del cazzo tipo "aeroporto città di Milano", si chiama "John Lennon International Airport" e ha pure il sottotilo "Above us only sky". E già da questo uno capisce tante cose...

Vabè, è andata anche per quest'anno. Siamo davvero alla fine della spedizione. Riassumo tutto in una parola? Figata. Và che facce da rientro in Itaglia...


E adesso che cacchio facciamo? Un disco nuovo! che deve essere almeno bello come A Million Year Picnic, che ormai ha 2 anni e un po'. Lo stiamo già registrando e s'intitolerà "the Canticle of the Elsewhere". Oltre alla già citata "I need understanding" vi anticipo un paio di canzoni, quali "the Couch on the abyss", "While you were sleeping", "the impostors" e quella che è già la mia favorita "the night of the bloody Nunchakos".
E questo blog è inaspettatamente tornato a vivere! Quindi un bel disco nuovo e un bel blog-zombie.